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17 Dicembre 2019

Sistema di controllo accessi biometrico

L’esigenza di monitorare il numero e soprattutto il flusso di persone in un determinato luogo o accesso è sempre stata una delle attività più importanti per moltissime azienda. E’ infatti fondamentale sapere quante persone visitano un dato luogo e quali di queste persone siano autorizzate a farlo. Per questo motivo un tempo si usavano le guardianie o si usava chiudere a chiave le porte di accesso e ogni volta che una persona doveva accedere ad una determinata stanza doveva rivolgersi alla reception e chiedere la chiave. I vigili controllavano su fogli di carta se questa persona era autorizzata e nel caso consegnavano la chiave annotando il tutto su apposito registro.

Oggi tutto questo si può evitare installando un comodo sistema controllo accessi.

Normalmente si usa un sistema di controllo accessi per autorizzare o indirizzare alcune persone ad accedere a particolari zone di un edificio e limitarne il transito in altre.

Tipico è il caso dei CED di una azienda dove possono entrare solo alcuni dirigenti, alcuni programmatori o manutentori e, in alcune specifiche ore, il personale delle pulizie.

Un sistema di controllo accessi permette quindi di regolamentare secondo orari e giorni prestabiliti l’accesso di persone a determinate zone di un edificio.

I sistemi di controllo accessi sono basati sul possesso di un oggetto (badge, chiave elettronica, rfid, smartphone), sulle caratteristiche fisiche uniche della persona o su entrambi gli elementi.

Quando ci riferiamo a quest’ultima caratteristica, ovvero le caratteristiche fisiche della persona, parliamo di sistemi di controllo accessi biometrici.

Il controllo accessi biometrico si basa sul riconoscimento delle caratteristiche biofisiche delle persone, caratteristiche che rendono unica l’identificazione in quanto leggono attributi fisici e comportamentali unici, tra cui, ad esempio, le impronte digitali, le linee della mano, le caratteristiche della retina, la forma dell’orecchio, il timbro della voce, il DNA e altre ancora.

Tutti i sistema di controllo accessi biometrici sono caratterizzati dalla presenza di una barriera fisica che impedisce il passaggio, di un lettore di dati biometrici ed di un software che esegue gli algoritmi di identificazione della persona.

Sono certamente più sicuri di un controllo accessi tramite solo badge, password o chiavi elettroniche ma sicuramente più complessi dal punto di vista giuridico in quanto possono ledere la privacy intima di un individuo.

Il GDPR ( General Data Protection Regulation) vieta il trattamento dei dati biometrici ammettendo solo poche eccezioni, la prima, imprescindibile, è l’autorizzazione dell’interessato al trattamento dei suoi dati biometrici. In secondo luogo è necessario che sia utilizzata in ambito lavorativo o nell’ambito della sicurezza sociale e collettiva.

Un esempio pratico può essere quello dove sono presenti delle macchine dall’utilizzo pericoloso, i laboratori dove vengono trattati sangue, DNA, o comunque materiale biologico e batteriologico, i caveau delle banche, le torri di controllo degli aeroporti, i CED dove vengono conservati dati sensibili di persone o cose.

Normalmente i dati sensibili biometrici vengono registrati su di un badge e quindi non conservati nel database, e l’accesso è consentito quando il lettore, effettuando la comparazione tra i dati rilevati e quelli scritti sul badge, li trova uguali.

In definitiva il sistema di controllo accessi biometrico è il più sicuro tra tutti i sistemi di controllo accessi e, di conseguenza, il più complesso e costoso.

Per qualsiasi informazione non esitare a contattarci via mail a commerciale@technosecurity.it o telefonicamente al numero 06.98387298 per avere tutte le informazioni di dettaglio per una prima analisi del progetto.